È uscito il primo settembre con "V", il suo quarto album da solista. Ora Ensi lo sta portando in giro per l'Italia, per affermare il suo modo di fare il rap, che, pur rispettando i nuovi stili arrivati con il sound trap, vuole affermare la forza di fare questo genere in un modo ancora classico.

L'intervista si apre con una lunga analisi da parte di Ensi sul rap e su come sia nato "V": "La forza di questo album è il non essere omologato a nessun trend. Questo è il miglior disco rap dell'anno perchè è proprio rap, te lo dico da cultore del genere che guarda anche l'evoluzione che sta avvenendo attualmente. Molti dicono che fa schifo a prescindere, ma non è vero, se tu guardi anche al di fuori del tuo mercato, capisci delle dinamiche in più. Tipo le dinamiche sociali che portano alla trap house nata ad Atlanta e che poi è esplosa arrivando anche in Italia, anche se quella fatta qua non è proprio trap, per me c'è ancora solo il rap, esistono delle correnti a livello di sound, ma se usi il rap come mezzo di comunicazione stai rappando. Punto. Per questo in "V" ho messo il rap sopra tutto, perchè a livello personale non sono troppo attrato dalle nuove vibrazioni, poi il rap che ascoltavo io mi diceva delle cose, anche le peggio cose. Quello che c'è adesso non mi rispecchia e non mi permette di mettere in musica certe cose. Il momento comunque è molto florido per la musica, la nuova generazione ha messo il pepe sul culo a tuttim, creando una spaccatura nel mercato. C'è stato un ricambio generazionale che io ho interpreato a mio modo, a 31 anni con un figlio non potevo fare il finto ventenne o musica che mi piaceva solo in parte, quindi ho riportato alcune cose, i sample, i break beat, gli scratch... tante cose che sembravano dimenticate. Rispetto la nuova scena, ma non mi appartiene".

Spesso il rapper torinese è stato messo in quel limbo tra artisti underground e mainstream, con una certa difficoltà a definire esattamente tra quale delle due fasce possa essere collocato, ma per lui non è un problema: "Già il fatto che io debba analizzare cosa mi manca per essere al top stupra il mio essere, il mio modo di vedere le cose. Il top è uno status che puoi raggiungere, spesso mi chiedo se ho già vissuto i miei giorni migliori, ma se ragioni così non combini nulla. Ragiono sempre come se il meglio dovesse ancora arrivare, economicamente, lavorativamente e anche per la famiglia, perchè parallelamente c'è anche altro, che molti dimenticano. Bisogna vedere cosa intendiamo per top, se parliamo di numeri allora sì mi mancano ancora delle cose, per me il top sarà raggiunto quando, oltre al successo mediatico, vedrò di aver fatto un prodotto che veramente mi rispecchia. In questo caso "V" è il mio top. Delle volte ci ho pensato un po' ad allargare il raggio d'azione, anche in "Rock Steady". Sugar Mama sta piacendo a tanti in modo trasversale, ma non ho mai fatto pezzi pensando solo al successo commerciale. Il mio essere al top sarà quando riuscirò a fare un prodotto di qualità, coerente con quello in cui credo, senza per forza dovermi immaginare un risvolto mediatico importante. Secondo me molte hit nascono per sbaglio e non perchè ragionate".

Sulla questione delle punch-line, che a lui stanno molto a cuore: "Le barre, fare un disco tutto di barre è uno sparare nell'acqua, devono essere funzionali al pezzo. Dire "non vedo l'ora che invecchi pure la Ratajkowski" è un bel modo per dire "mi piacciono le milf", mi piace mettere la punch-line in favore della canzone. Però un EP in stile "Boom bye bye" si può fare".

Ensi per un po' di tempo dopo "Rock Steady" è sparito: "Mi serviva disintossicarmi dai social e dall'ambiente, che spesso non è come te lo aspetti umanamente. Poi la malattia di mia mamma e il figlio mi hanno fatto avere cambi d'umore che non mi facevano avere voglia e stimolo di scrivere ed esorcizzare i miei demoni nei pezzi. Mi sono chiesto cosa fosse il rap per me e per riassettare le cose mi ci è voluto del tempo. Altrimenti sarebbe stato un rincorrere le cose".

Sugli argomenti trattati nel nuovo album: "Non ci sono cose che non ho metabolizzato, l'esperienza mi ha aiutato, "Mamma diceva" potrebbe essere intesa come una perdita, in realtà attraverso un proverbio ho parlato di tante cose, compreso mia madre. Anche in "Vincent" c'è, con queste canzoni sono riuscito a parlare di tante cose. Ho cercato di raccontare il mio mondo personale, ma che non fosse un tema scolastico a tema".

Infine il pezzo più rap dell'album secondo lui: "Secondo me "Ribelli senza causa", è un bell'equilibrio fra scrittura, argomento, profondità. È il rap che mi ha cambiato la vita, quello è il rap che ascoltavo".