Son passati già 6 mesi, circa, dal Festival di Sanremo 2017. Un'edizione piena di sorprese, che ha lanciato, definitivamente, due talenti come Francesco Gabbani e, soprattutto, Ermal Meta. Di Sanremo, però, ricorderemo anche i giovani talenti delle "Nuove Proposte", dove tra i tanti aspiranti cantanti, si è messo in mostra il giovane pugliese Leonardo Lamacchia

Nativo di Bari, classe '94, Lamacchia ha avuto la passione per il canto sin da bambino, quando si esibiva nel coro della canonica del paese. Dopo aver tentato di entare nel mondo della musica, tramite i talent "XFactor" e "Amici", è riuscito a superare le selezioni per le "nuove proposte" di Sanremo 2017, dove ha portato in gara il brano "Ciò che resta", con il quale ha chiuso al 4° posto la manifestazione sanremese. 

Subito dopo il Festival, Lamacchia, ha pubblicato anche il suo primo album, dal titolo "Ciò che resta", a cui è seguito, all'inizio dell'estate, l'uscita del secondo singolo, dal titolo "Le chiavi del mio mondo".

Vavel Italia è riuscito a raggiungere, in esclusiva, Leonardo Lamacchia, che si è raccontato a 360°, tra Sanremo, presente e aspirazioni future

Ti sei fatto conoscere quest’anno a Sanremo, com’è stata la tua esperienza?
Devo dire che Sanremo è stata l’esperienza più formativa della mia vita. Ho avuto la possibilità di collaborare con gli addetti ai lavori e ho avuto la possibilità di vedere come si lavora all’interno di questo evento magico che è il Festival di Sanremo. E’ stato davvero magnifico partecipare all’edizione di quest’anno e poter cantare per due volte su quel palco, che mi ha regalato grandi emozioni.

A Sanremo hai portato il brano “Ciò che resta”, singolo che ha fatto da apripista all’omonimo disco. Ti ritieni soddisfatto dei risultati ottenuti?
Io mi ritengo abbastanza soddisfatto, ovviamente c’è questa lotta con cui convivo da sempre ed è quella del dare tutto me stesso, perché, secondo me, l’album in particolare ha una bella magia. Sono molto contento perché ho avuto la possibilità di interpretare pezzi di altri autori noti sulla scena musicale italiana, come Mario Lusini, Ermal Meta e Gianni Pollex, che mi hanno insegnato tantissimo e mi hanno dato la possibilità di imparare molte cose. L’album sta andando bene, ora è uscito il secondo singolo: Le chiavi del mio mondo. Un brano diverso dalla canzone che ho portato a Sanremo. Ha un arrangiamento più elettronico e non parla d’amore, ma è una lente di ingrandimento sul nostro io. 

Nel disco molti brani sono lenti e melodici, c'è la volontà di ricercare delle interpretazioni quasi "teatrali", oltre alla matrice pop?    
Penso che l’interpretazione teatrale non si possa riferire ad alcun genere, se non alla lirica. In questo caso abbiamo in interpretazione soggettiva, questo è il modo con cui mi esprimo e rispecchia l’ambiente musicale in cui mi confronto                 

Da dove nasce la collaborazione con Ermal Meta in "E' soltanto pioggia"? 
Ermal e Gianni hanno scritto insieme “E' soltanto pioggia” ed “E' un brutto sogno” e tutto ciò nasce dalla loro amicizia. Loro mi hanno donato questi bellissimi pezzi ed ho avuto per altro l’occasione di aprire i concerti di Ermal. Penso che sia una grande persona ed un grande persona, che, insieme a Pollex, mi ha dato tanto.                    

Perché tra i sei brani del disco è stata scelta "Ciò che resta" per Sanremo? Soddisfatto del piazzamento finale?
Fondamentalmente l’ho scelta perché in quel momento era quella che più rappresentava i miei stati d’animo. Sono molto soddisfatto perché è stato bellissimo e, fino a qualche tempo fa, non avrei mai pensato a Sanremo come un mio obiettivo. Questo è stato un punto di partenza, ci abbiamo provato e per questo sono davvero soddisfatto del 4° posto.

Possibilità di rivederti a Sanremo?
Non so ancora, la volontà c’è, ci stiamo lavorando...

"Le chiavi del mio mondo" si discosta dal resto del disco, anche come arrangiamento, come vedi questo brano?
Innanzitutto voglio dire che i brani dell’album hanno tutti un’impostazione diversa, nasce per raccontare stati d’animo ed esperienze diverse una dall’altra. Le chiavi del mio mondo parla di questo disorientamento, ma anche di come ci rapportiamo con la società. È molto più introspettivo e devo dire che sono molto soddisfatto

Il tour, invece, come sta andando?
Ci sono molti appuntamenti. Aprirò alcuni concerti di Fabrizio Moro e di Max Gazzè. Tutti gli aggiornamenti usciranno, poi, sui social e sulle mie pagine

Progetti per il futuro?
Tra i progetti c’è, sicuramente, un secondo album e c’è tanta voglia di un tour live, poiché penso che i live siano la cosa migliore per raccontare la propria musica.