Non poteva mancare il pezzo da 90 (anni) nel cast del Festival di quest'anno: stiamo ovviamente parlando di Albano Carrisi, 73 anni da Cellino San Marco, uno degli interpreti italiani più amati e stimati a livello nazionale ed internazionale. Voce potente, perfetta e tutt'altro che usurata nonostante l'età, impossibile non riconoscere il suo timbro e impossibile non ricordare i successi nazional-popolari in coppia con Romina Power.

La storia musicale dell'interprete pugliese inizia dagli anni '60, con il successo di Nel Sole che lo presenta al pubblico come "il nuovo Claudio Villa", per poi approdare al Festival di Sanremo nel 1968 con La siepe, che ottiene il premio della critica e gli apre le porte della vittoria di "Un disco per l'estate" l'anno seguente. Nel frattempo sposa Romina Power, e la coppia diventa tale anche in ambito artistico dove con il brano Dialogo guadagnano subito la stima del pubblico italiano, per poi provare il tentativo estero all'Eurovision Song Contest del 1976 con We'll live it all again che ottiene il settimo posto e un ottimo riscontro di gradimento, in particolare in Francia. E' il preludio al successo degli anni '80, prima con Felicità (Sanremo '82), poi con Ci sarà (Sanremo '84) a cui segue Magic oh Magic al secondo Eurovision della loro carriera che li vede nuovamente al settimo posto. Chiudono il decennio magico Nostalgia canaglia e Cara terra mia, sempre in coppia con la moglie.

Gli anni '90 segnano un declino prima di tutto personale, con la scomparsa della figlia Ylenia e la rottura con Romina Power, che si fa sentire anche a livello artistico nonostante il tentativo di elevare la qualità dei brani oltre il semplice nazional-popolare e i buoni risultati di pezzi come E' la mia vita, Verso il sole e Ancora in volo, intervallate dalla particolare questione del plagio - a suo dire - effettuato da Michael Jackson su un suo pezzo, I cigni di Balaka, che avrebbe "ispirato" Will You be There della pop-star americana.

Nell'ultima parte della sua carriera l'interprete si dedicherà principalmente a confermare il successo dei suoi brani più rappresentativi, pur non disdegnando nuovi lavori discografici e qualche apparizione a Sanremo, come quella che nel 2007 lo vide arrivare secondo con un brano che vedeva tra gli autori Renato Zero (Nel perdono), o quella del 2011 che lo vide terzo con Amanda è libera, che rappresentò una novità per il sorprendente cambio di tematica rispetto alla classica discografia di Albano. Ci riprova quest'anno, dopo un periodo caratterizzato da vari problemi di salute, con Di rose e di spine, scritta dai soliti Guido Morra e Maurizio Fabrizio. Da Albano non ci si aspetta ovviamente un brano di chissà quale profondità cantautorale, ma la sua è sicuramente una presenza che potrà dare lustro al Festival.