Porto Alegre 1993. E' una giornata come le altre nella torrida città brasiliana e come ogni mattina i bambini di ogni età sono a scuola a studiare. In una di esse si sta giocando a pallone, anzi a Futsal che in Brasile è come una religione. Ci sono bambini di 12 anni ma tra questi c'è ne uno che spicca, che brilla di luce propria, che dribbla continuamente gli altri come se le sua gambe fossero telecomandate. Alla fine della partita quel bambino segnerà tutti i gol della sua squadra, 23. Quel bambino è diventato Ronaldinho.

Ronaldo de Assis Moreira vede la luce per la prima volta trentacinque anni fa nel Barrio di Villa Nova a Porto Alegre da una certa Eloi Dos Santos e Joao de Assis Moreira ex calciatore del Cruzeiro. Nella famiglia si mastica pane e calcio perchè il fratello del giovane Ronaldinho è una promessa del calcio brasiliano.

La vita al Barrio non è rosa a fiori come sembra, è una vita piena di sacrifici luci ed ombre, soprattutto ombre. A soli 8 anni Ronaldinho perde il padre a causa di un infarto, cosa che come ogni essere umano lo condizionerà per tutta la vita.

Non perde però la passione che lo lega al gioco del calcio anzi, dopo aver stupito tutti nella squadra della scuola, nel 1995 viene invitato dal Gremio (Sua squadra del cuore) a sostenere un provino. Non c'e ne nemmeno bisogno tanto che dopo dieci minuti gli allenatori di ogni categoria rimango esterrefatti da come quel quindicenne sia cosi talentuoso, è un piacere per gli occhi vederlo e ammirarlo.

Le giovanili già gli stanno strette e a 17 anni Ronaldinho firma il suo primo contratto da professionista issandosi nella prima squadra del Gremio. Un sogno che finalmente si realizza, un sogno che ripaga tanti sacrifici. Ma è solo l'inizio. Nel primo anno vince il Campionato Gaucho realizzando 15 gol in 18 partite. La permanenza di Dinho al Gremio dura quattro anni, poi è tempo di emigrare in Europa.

Nel 2001 il Paris Saint Germain nota le sue qualità eccelse e nel gennaio del 2001 lo acquistà per una modica cifra ma le difficoltà per il transfer sono dietro l'angolo e Ronaldinho può esordire solo 6 mesi dopo.

L'avventura biennale di Ronaldinho al Psg non è da tramandare ai posteri, visto che la società non riesce a timbrare nessuno degli obiettivi prefissati a inizio stagione. Il brasiliano mette in mostra le sue qualità tecniche risultando quasi sempre il migliore, ma lo stile di vita non giova a suo favore tanto che nel 2003 i rapporti si sgretolano.

Nel mezzo di questa avventura Ronaldinho trova modo per sorridere: Contribuisce alla qualificazione di misura della sua Nazionale per la fase finale del Mondiale 2002. Il torneo, che si disputa in Corea e Giappone, vede il Brasile incredibilmente non favorito per la vittoria finale ma è proprio li che la stella di Porto Alegre si illumina segnando con la Cina e poi all'Inghilterra nei quarti di finale, con una punizione magistrale da 35 metri, volutamente calciata nel sette dal Gaucho che poi si farà anche espellere. Il Brasile riuscirà a trionfare in finale con la Germania per 2-0.

Il 19 luglio 2003 lo acquista il Barcellona per 30 milioni di euro, dopo un'estenuante trattativa, è la risposta catalana al colpo Real. A Madrid sbarca Beckham, al Camp Nou fari su Dinho.

Ronaldinho, in terra catalana, si sente praticamente a casa. Il primo gol è da antologia: ripartenza fulminea dalla metà campo, dribbilng ubricanti su due avvversari e missile terra-aria da 30 metri dritto dritto nel sette. Delirio al Camp Nou. Nel campionato 2003-2004 Il "Gaucho" segna la bellezza di 19 reti.

L'anno seguente vince il primo titolo in maglia Blaugrana, ossia il campionato spagnolo ma non riesce a trascinarlo in Champions dove , nonostante il gol anti fisico col Chelsea, Ronaldinho e C. escono ai quarti di finale. La gioia però è rimandata di un solo anno. Nella stagione 2005-2006 spicca la partita di Madrid contro il Real nella vittoria del Barcellona per 3-0 sugli storici rivali. Nell'occasione il fuoriclasse brasiliano percorre metà del campo palla al piede come fosse incollata con una calamita, supera in dribbling tre avversari e deposita poi il pallone in rete con un morbido tocco. Il bello è che questa magia si ripete per due vole nella stessa serata. A fine partita, quando Ronaldinho viene sostituito, tutti gli spettatori del Santiago Bernabéu si alzano per applaudirlo. E' la definitiva consacrazione per Dinho che in quel momento è il calciatore più forte al mondo e infatti viene premiato con il pallone d'oro. Nello stesso anno vincerà finalmente anche la Champions ai danni dell'Arsenal a Parigi.

L'anno seguente rappresenta un periodo di magra per il Barcellona appagato dai trofei dell'anno seguente, ma Ronaldinho trova lo stesso il modo di mettersi in luce realizzando gol spettacolari come la rovesciata al Villarreal da far vedere e rivedere ai bambini prima che iniziano a giocare a calcio. Trascina il Barca a vincere la Coppa del mondo per Club.

Il suo valore è altissimo ma man mano che i giorni avanzano la sua stella si eclissa, infatti nel 2008 nel Barca si fa avanti Leo Messi e Ronaldinho, condizionato da infortuni e stile di vita rivedibile, sembra essere ormai il passato glorioso. La storia d'amore tra il Gaucho e Barcellona termina nell'Agosto 2008 dopo 5 anni di successi.

"L'ho lasciato in buone mani e in buonissimi piedi." dirà il fuoriclasse brasiliano.

Ronaldinho si accasa Milan il 15 luglio 2008. La cifra con cui il Barcellona lo lascia partire è di 21 milioni più quattro di bonus. La presentazione è da star Hollywoodiana con stampa e TV da ogni dove, ma con una cornice di pubblico non da far girare la testa. 40000 spettatori

Il primo gol in maglia rossonera non è banale e arriva il 28 settemmbre nel derby con l'Inter dopo un cross dell'altro brasiliano Kakà. La stagione, tra alti e bassi, si conclude con 10 reti. Il secondo anno è decisamente migliore, infatti segna la sua prima tripletta col Milan e viene premiato come miglior giocatore rossonero della stagione con 15 gol e 17 assist. Con l'arrivo di Allegri, Ronaldinho trova sempre meno spazio tanto che nel Gennaio 2011 rescinde il contratto con il club di Via Turati, lasciando un bottino di 25 gol in 96 partite.

Negli anni a venire, Ronaldinho torna in patria prima con il Flamengo e poi con l'Atletico Mineiro, salvo poi partire per il Messico con il Queretaro dove viene venerato come fosse un Dio.

L'11 luglio 2015 firma un contratto di un anno e mezzo con il Fluminense. Negli incontri successivi, Ronaldinho dimostra di essere fuori condizione, pur giocando da trequartista o da prima punta, nonostante spesso arretri per ricevere qualche pallone non riesce a fare la differenza. Dopo 7 presenze in campionato, senza segnare alcun gol né procurare assist, il 29 settembre successivo Ronaldinho annuncia la rescissione del contratto col Fluminense.

Per la nostra generazione aver visto giocare Ronaldinho è stato un piacere per gli occhi, la sublime espressione del calcio come felicità e divertimento perchè molte volte dimentichiamo che questo è solo un sport, la voglia di ridere anche se tutto va male e questo ci, anzi mi, ha insegnato Il Gaucho.

Vivendo como rir, vivere come ridere.