Ronaldo: il "Fenomeno" troppo fragile
Ronaldo il Fenomeno

Bento Ribeiro è un quartiere situato nella zona nord-ovest di Rio de Janeiro, 46 mila anime che vivono alla giornata sostenendo spese e fatiche incolmabili. Tra quelle mura del "Barrio" c'è un ragazzino che a piedi scalzi dribbla con una facilità disarmante i suoi coetanei ma anche i più grandi. Dicono sia figlio di Néllo O Dentist de Lima Pullastron che lo ha chiamato Ronaldo in onore del medico che gli ha dato la vita. Eh si, quel piccolo funambolo diventarà O'Fenomeno.

Tutti notano le sue straordinarie qualità che sono fuori dall'ordinario soprattutto nel Futsal dove i brasiliani imparano sin da piccoli le movenze e i numeri da circo. Insomma da quelle parti è il trampolino di lancio per affinare la tecnica cristallina. Ronaldo realizza 44 gol in 73 incontri ed ormai quei piccoli campi in cui giocare in dieci sono troppo piccoli per uno della sua caratura e velocità. Praticamente irraggiungibile.

Il Cruziero lo adotta e lo fa esordire in prima squadra a 16 anni. Serve poco tempo al giovane "Fenomeno" per ambientarsi perchè l'anno seguente ne farà dodici gol in mezzo campionato appena. 365 giorni dopo ne farà 22 in 18 partite con una perla in Copa Libertadores contro il Boca. Ronaldo parte dalla metà campo e salta qualsiasi giocatore gli venga incontro come fossero birilli; arriva in porta e, saltando il portiere, gonfia la rete.

Nel 1994 vincerà la coppa del mondo senza mai entrare anche perchè li davanti c'è il Signor 1000 gol Romario. Lo scalzerà presto. A diciassette anni Ronaldo, che prende soltanto il nome della madre e quindi di Nazário da Lima e di secondo fa Luís, era la macchina più perfetta mai vista su un campo di calcio. Una struttura muscolare incredibile, la capacità di accelerare fino ai venti, ventidue all'ora senza problemi. Totalmente ambidestro, con una capacità indimenticabile di curare il particolare alla massima velocità. Non è guidare una Lamborghini Murcielago, è essere una Lamborghini Murcielago.

In Europa intanto cominciano a girare le voci sul suo conto tanto che il Psv, a sopresa, lo acquista per 6 milioni di dollari. L'impatto per Ronaldo, come ogni sudamericano che si rispetti, è abbastanza traumatico.

Infatti il calcio europeo è totalmente diverso da quello Brasiliano basato più su giocate fantasiose e poca corsa. Si corre il doppio e i difensori sono molto più rognosi di quelli della terra Brasiliana. Molti addetti ai lavori hanno dubbi su di lui, credono di aver preso un buco nell'acqua, ma in appena 2 anni si dovranno ricredere. Nella squadra di Eindhoven Ronaldo realizza 54 gol in 57 partite. Adesso il campionato olandese gli sta stretto.

Non ancora ventenne Il Fenomeno è gia una bomba pronta ad esplodere. L'occasione arriva quando il Barcellona se lo aggiudica, a mo di asta, per 20 milioni. Stavolta non serve ambientarsi perchè è nettamente il migliore di tutti. Sembra essere una cosa sola con la maglia Blaugrana, una scia rossa e blu che corre e semina avversari segnando, e come se segna: 47 gol in 49 partite. Mostruoso, come il gol al Santiago Compostela quando, in un campo inguardabile, salta un centrocampista e poco più in la mette in piedi un'accelerazione palla al piede mai vista saltando tre increduli difensori. Goal. Applausi come se piovesse.

Nell'estate del 1997 Massimo Moratti, che già da tempo ne teneva sotto osservazione le prestazioni, riuscì a portarlo all'Inter, pagando al club catalano l'intera clausola di rescissione di 48 miliardi di lire presente nel contratto del calciatore più un ulteriore indennizzo di 1,8 milioni di dollari stabilito dalla FIFA. Ronaldo arriva a Milano accolto da una folla oceanica pronta ad esaltarsi e a gioire dopo anni bui. Il brasiliano non si fa affatto pregare segnando il primo gol in maglia nerazzurra alla seconda giornata. Il primo anno da incorniciare con l'Inter che vince la Coppa Uefa (3-0 sulla Lazio) e Ronaldo il pallone d'oro strameritato.

E' una favola troppo bella quella di Ronaldo, un incantesimo che però viene rotto il 21 novembre 1999. L'Inter sta giocando con il Lecce e ad un certo punto c'è Ronaldo a terra che urlaa in maniera logorante. La diagnosi è una mazzata: lesione del tendine rotuleo del ginocchio destro. Sei mesi di recupero ma il peggio sta per arrivare. Torna in campo 12 aprile 2000 in coppa Italia contro la Lazio. Passano solo sei minuti dal suo ingresso e il tendine si rompe completamente. L'ansia affligge Milano e non, Ronaldo rischia la carriera. Tra nuova operazione, eseguita a Parigi dal prof. Gérard Saillant dell'ospedale pubblico Pitié-Salpêtrière, convalescenza e riabilitazione trascorse più di un anno. Ronaldo torna in campo per il Rush finale del campionato 2001-2002 ma Cuper lo utilizza con cautela perchè in cuor suo sa che Ronaldo non tornerà mai quello di prima. Dal punto di vista agonistico l'epilogo è ancora più tragico con l'Inter che perde il campionato all'ultima giornata ai danni della Juve con una clamorosa sconfitta con la Lazio 4-2.

Ronaldo ha modo di rifarsi subito perchè nel 2002 ci sono i mondiali in Corea e Giappone ed il Brasile, per una volta, non sembra essere favorito. La squadra però fa cambiare idea a tutti tirando a lucido giocatori come Ronaldo, Ronaldinho e Roberto Carlos. In finale Il Fenomeno (che sarà anche cannoniere della competizione), realizza una doppietta alla Germania consegnando per la quinta volta nella sua storia il Mondiale ai Carioca.

Nel luglio 2002, subito dopo il termine del vittorioso campionato del mondo, Ronaldo ruppe con il tecnico interista Cúper e chiese di essere ceduto, a meno di ricevere un adeguamento dell'ingaggio. Dopo una trattativa durata tutto il mese d'agosto e condotta tra il furore dei tifosi, il giocatore brasiliano viene ingaggiato dal Real Madrid il 31 agosto 2002 poco prima della mezzanotte Le due società raggiunsero l'accordo per il trasferimento in Spagna del giocatore sulla base di 45 milioni di euro, 35 in contanti pagabili in cinque anni più altri 10 da versare a dicembre 2002 se l'Inter (come poi avvenne) non avesse scelto in cambio un giocatore del Real.

Con la squadra, fresca vincitrice della Champions League e della Supercoppa europea, nel dicembre 2002 vinse la Coppa Intercontinentale. I successi ottenuti con il nuovo club e il titolo mondiale conquistato con la Nazionale brasiliana, gli permettono di ricevere il 17 dicembre 2002 il secondo Pallone d'oro della carriera.

Nella stagione 2002-2003 vinse il campionato spagnolo, mentre all'inizio di quella successiva, Ronaldo conquista la Supercoppa nazionale.

In quattro stagioni e mezzo al Real Madrid Ronaldo vanta 177 partite ufficiali con 104 gol e il secondo titolo di Pichichi nel 2004. Il mistero più grande rimane quello di come quel Real Madrid non abbia vinto la Champions. Una squadra stellare con gente del calibro di Ronaldo,Beckham,Zidane, Raul, Figo, Roberto Carlos, Redondo e Casilias. Ronaldo però non è più lo stesso tanto che inizia a prendere peso e a condurre uno stile di vita sregolato ed anche il Real lo scarica.

Il 30 gennaio 2007, Ronaldo stupisce tutti quando, dopo il periodo trascorso all'Inter tra il 1997 e il 2002, approda al Milan per la cifra di 7,5 milioni di euro. Una clausola del contratto d'acquisto prevedeva che, nell'eventualità del raggiungimento di un posto utile alla qualificazione alla Champions League 2007-2008, il Milan fosse tenuto a versare al Real Madrid un ulteriore corrispettivo di 500.000 €. Ronaldo ha firmato un contratto con il Milan fino al 30 giugno 2008. Ronaldo è in chiaro sovrappeso e l'unica soddisfazione è il gol dell'ex contro l'Inter che però non servirà nulla.

Ronaldo viene bersagliato da infortuni a causa di un fisico che non regge più. Il più grave avviene il 13 febbraio 2008 dove si rompe il tendine rotuleo del ginocchio sinistro.

Scaricato anche dal Milan Ronaldo fa ritorno in patria dove conclude la carriera al Corinthias fino al 2011.

Il 14 febbraio 2011, a 34 anni Ronaldo annuncia il suo ritiro dal calcio giocato per via dei numerosi problemi fisici che ne condizionavano il rendimento, tra cui anche l'aumento di peso dovuto all'ipotiroidismo

La domenica seguente, 20 febbraio 2011, prima della partita casalinga del Corinthians contro il Santos, Ronaldo riceve una targa commemorativa dal presidente del club paulista Andrés Sanchez e gli ex compagni di squadra scendono in campo indossando una maglietta con la scritta "Ronaldo Eternamente em Nossos Corações" (Ronaldo per sempre nel nostro cuore) e disputano la gara con una maglia che riporta una numerazione speciale (tutti i numeri contenevano un 9, storico numero di maglia del Fenomeno) e la dicitura "#prasemprefenomeno" mentre Ronaldo ha una maglietta con la scritta "Corinthians Eternamente em Meu Coração" (Corinthians per sempre nel mio cuore). Anche i tifosi hanno omaggiato il loro ex giocatore con un'ovazione al suo ingresso sul campo e con una bandiera raffigurante Ronaldo con la scritta "Fenômeno do Brasil e do mundo" (Fenomeno del Brasile e del mondo) portata verso il cielo da alcuni palloncini.

Uno dei giocatori più forti mai visti su un campo di calcio, una macchina quasi perfetta, incapace di volare a causa degli infortuni.

Concludo con una frase di Valdano: "La prima volta che vidi giocare Ronaldo, passai tutta la partita a criticarlo invano. Si stringeva nelle spalle per decollare e si lanciava nell'avventura solitaria di fronteggiare i difensori. Ogni volta che toccava il pallone lo allontanava parecchio, troppo, dai suoi piedi, e io, che come ogni spettatore giocavo la mia partita per interposta persona, puntualmente mi lamentavo: «Porca miseria, se l'è allungata troppo». Sembrava che finisse fuori, e invece la raggiungeva; sembrava che fosse in vantaggio il difensore, invece arrivava prima lui; sembrava che fosse del portiere, invece era gol. Il problema è che io misuravo la sua velocità in termini umani e Ronaldo è un portento fisico che fa saltare tutte le previsioni di tempo e distanza."

Costui era Ronaldo, O'Fenomeno.

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