Lorenzo il Magnifico ha scritto nel Trionfo di Bacco e Arianna: "Quanto è bella giovinezza che si fugge tuttavia. Chi vuol esser lieto sia. Del doman non c'è certezza". Con questo entusiasmo nella seconda metà di luglio del 1914, i giocatori del Torino e della Pro Vercelli partirono da Genova in nave per una tournée in Sudamerica. Lì avrebbero disputato una serie di amichevoli con alcune compagini locali. Al ritorno in patria avrebbero poi conosciuto gli orrori della guerra e della trincea. Questo è il fulcro del libro La Grande Guerra ai Tropici, scritto da Marco Sappino.
Il viaggio delle 2 squadre diventa il pretesto per affrontare pure altri temi come: l'emigrazione italiana verso il Nord e Sud dell' America, la fine del positivismo e della Belle Epoque, il Suicidio d'Europa, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l'illusione di un conflitto lampo, la paura del futuro. La Pro Vercelli collezionerà soltanto magre figure e tornerà presto in patria. Il Torino invece terrà alto l'onore del nostro paese, regalando ai nostri connazionali presenti in Sudamerica parecchie soddisfazioni. A posteriori la tournée sarà un importante banco di prova per l'allenatore dei granata Vittorio Pozzo. Quest'ultimo in seguito avrebbe guidato l'Italia ai 2 titoli mondiali nel 1934 e nel 1938, oltre che all'oro alle Olimpiadi nel 1936. Lo stesso Pozzo curerà la spedizione nei minimi dettagli. Quest'ultimi comprenderanno: allenamenti, comportamenti in occasioni ufficiali e non, in campo e fuori, nei pasti, ai ricevimenti ufficiali. Pozzo e i giocatori granata apprenderanno durante il viaggio in nave verso il Sudamerica la notizia dello scoppio della guerra.
Queste amichevoli saranno l'occasione per conoscere la realtà del Brasile e dell'Argentina di quell'epoca. Il peggioramento della situazione bellica, con un conflitto ben lontano da una soluzione lampo, costringerà Pozzo e i granata a prolungare la tournee in Sudamerica, cercando nuove opportunità per giocare. Il gruppo passerà dall'entusiasmo ad emozioni in cui dominerà la preoccupazione per i propri cari e l'angoscia verso il futuro. Dopo aver faticosamente trovato una nave per il ritorno in patria, Pozzo e i giocatori potranno lasciare il Sudamerica. Gli stessi giocatori una volta sbarcati a Genova, troveranno ad attenderli i loro cari, che agitavano la cartolina del colore, simboleggiante il reparto cui sarebbero stati assegnati per il servizio militare. L'Italia sarebbe presto entrata in guerra. Il calcio dei primordi possedeva l'entusiasmo della gioventù e una fresca immagine. L'esperienza della guerra restituirà dei giocatori, costretti loro malgrado a diventare adulti troppo in fretta. Terminato il conflitto bellico il football si troverà a piangere i caduti nelle trincee e dovrà darsi una nuova organizzazione. Quest'ultima step by step contribuirà a farlo diventare quello che è oggi.