Vavel in Libreria - L'inviato non nasce per caso
Vavel in Libreria - L'inviato non nasce per caso

Dopo aver raccontato la gloriosa storia dei fratelli Abbagnale, Giampiero Galeazzi ritorna in libreria con "L'inviato non nasce per caso". Il giornalista racconta la sua carriera divisa tra calcio, tennis e canottaggio.

La professione svolta dallo stesso Giampiero Galeazzi è profondamente cambiata nel corso degli anni. Una svolta radicale si è verificata con l'avvento di Internet. Quest'ultima ha modificato negativamente in molti casi il giornalismo. Leggendo queste pagine si può davvero toccare con mano che cosa volesse dire vivere una vita dentro la notizia. Oggi tante, troppe volte non viene verificata la veridicità delle fonti, lasciando spazio a bufale, sensazionalismo, gossip. Giampiero Galeazzi è debitore verso i suoi colleghi di un particolare tipo di format, quello dell'intervista realizzata ai calciatori a bordo campo tra primo e secondo tempo, oltre che alla fine della partita. Molte di queste hanno contribuito al successo dei suoi servizi alla Domenica Sportiva, assieme a quelle con personaggi come l'Avvocato Gianni Agnelli. Resteranno nella storia del giornalismo sportivo televisivo italiano i suoi contributi filmati relativi agli scudetti vinti nella serie A da Roma, Juventus, Verona e Napoli.

Non è stato facile per lo stesso Galeazzi come nel caso del calcio, raccontare il tennis, che prima dei tempi di Roger Federer e Rafael Nadal non era ancora fenomeno di massa. La sua prima palestra per imparare a raccontarlo sono stati gli Internazionali d'Italia al Foro Italico in Roma. Hanno influito sulla sua passione e formazione con lo sport della racchetta i rapporti di amicizia con Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta. Tra tante telecronache e viaggi in giro per il mondo non sono mancati i momenti di ilarità e il rammarico per non aver visto vincere molto i giocatori italiani.

Il rapporto tra Galeazzi e il canottaggio è invece molto diverso da quello con gli altri sport. Tra le righe si legge una passione quasi viscerale, derivante dalla pratica giovanile prima di entrare in Rai. Amare questo sport però non significa andare sempre d'accordo con chi ne fa parte e tacere su quello con va. Infatti Giampiero Galeazzi racconta senza omettere nulla i contrasti avuti ad esempio con il dottor La Mura, l'artefice della carriera dei fratelli Abbagnale. Nel libro si potranno trovare i testi di alcune telecronache celebri di questa disciplina. Giampiero Galeazzi non sempre è stato trattato benissimo dalla Rai e non manca di sottolineare i contrasti avuti con alcuni colleghi ma anche i bei rapporti con altri. Non è stata digerita la sua svolta verso l'avansapettacolo, con relativo ingresso nel cast di Domenica In. Galeazzi sottolinea con amarezza l'essere stato accantonato troppo in fretta da quella che per tanti anni è stata la sua azienda. Questo un libro che guarda con una certa nostalgia e una punta di amarezza ad uno sport ed a un tipo di giornalismo che non ci sono più.

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