Vavel in Libreria - Nadia Comaneci, la piccola comunista che non sorrideva mai
Vavel in Libreria. La piccola comunista che non sorrideva mai

Oggi parte una nuova rubrica dal titolo Vavel in Libreria, in cui una volta a settimana si parlerà di una novità in campo letterario con argomento lo sport. Per nostra scelta abbiamo deciso di privilegiare singoli campioni o squadre che hanno lasciato una traccia indelebile. Vavel si era già occupata dei libri dedicati ai fratelli Abbagnale e al parallelo di Ortisei. Oggi invece parleremo di quello scritto da Lola Lafon "La piccola comunista che non sorrideva mai", dedicato alla campionessa di ginnastica artistica Nadia Comaneci.

E' un libro che racconta in forma romanzata alcuni aspetti della vita di questa grande sportiva, non una biografia. La sua genesi non è stata per nulla facile, la stesura dei vari capitoli ha causato non pochi contrasti tra l'autrice e la Comaneci stessa. Attraverso la lettura di questo libro possiamo approfondire al meglio il contesto da cui ha avuto origine questa campionessa. Va ricordato che quando gareggiava la Comaneci il mondo era ancora diviso in 2 opposte sfere di influenza. Sarebbe stato possibile veder nascere una campionessa con le sue qualità e talento nell'Occidente capitalista? Lo scopritore della Comaneci Bela Karolyi per poter realizzare la sua scuola di ginnastica a Onesti ha dovuto fornire credenziali valide alla Securitate. La stessa città di Onesti si è rivelata il contesto ideale affinchè la Comaneci potesse allenarsi al meglio. La capitale Bucarest nonostante le strutture migliori e la presenza di una società come la Dinamo era maggiormente soggetta all'influenza nefasta della politica, che di certo non premiava la meritocrazia.

Quanto ha influito nelle adolescenti di quell'epoca ciò che ha fatto la Comaneci alle Olimpiadi di Montreal nel 1976? In che misura sono cambiati in lei lo spazio di esperienza e l'orizzonte di aspettativa? Vivere in funzione della realizzazione di particolari obiettivi, porta inevitabilmente a fare dei sacrifici su altri aspetti. Il Conducator Ceausescu cercava di affrancare la Romania dall'immagine contadina guidandola verso il progresso e la civiltà. Quest'ultimo si è servito delle vittorie della Comaneci per propagandare il mito di una nazione che sapeva tener testa all'Urss e sapeva trattare alla pari con le potenze occidentali. Poi però lo stesso Conducator ha deciso che la Comaneci non era più funzionale alla sua idea di Romania. L'orologio della storia stava andando avanti in maniera inesorabile. Il crollo del Muro di Berlino è stata la spallata decisiva alla Guerra Fredda e ad un mondo diviso in due blocchi.

Perchè Nadia Comaneci ha deciso di fuggire dal paese quando ormai mancava poco alla caduta di Ceausescu? Aveva forse intuito che il vento stava cambiando? Magari si sentiva ormai prigioniera di un paese che le andava stretto e voleva cambiare vita. Il modo per farlo era scappare clandestinamente pur con tutti i rischi del caso, visto che difficilmente la Securitate le avrebbe concesso il visto per uscire dal paese, dato che ormai non gareggiava più.

In conclusione è un libro che ci consente di approfondire aspetti poco conosciuti di una grande campionessa che ha rivoluzionato non solo la ginnastica artistica ma anche l'esistenza di tante adolescenti e di un intero paese nella speranza di una vita migliore. 

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